Ricordo ancora la prima volta che vidi appeso in bacheca universitaria a Conegliano un volantino colorato! Raccontava di un organismo che sostiene attività per bimbi con disabilità in paesi in via di sviluppo e proponeva di prenderne parte dall’Italia e/o dall’estero. Come sempre mi succede con tutto ciò che ha “un che di esotico (da exoticus si intende)” e con tutto ciò che ha a che fare con l’aiuto e la tutela dei diritti di tutti ne rimasi folgorata. Pochi giorni dopo partecipai al primo incontro OVCI.

Sentivo che finalmente potevo tentare di fare qualcosa in più! Muovermi per la Causa, dirigere sforzi e azioni verso qualcosa di più nobile.

WhatsApp Image 2024 07 02 at 9.40.38 AMEd in effetti sono più di 15 anni che conosco OVCI e che cerco di sostenerne le attività dall’Italia facendo parte del gruppo di animazione di Conegliano. La mia vita procedeva in Italia ma rimaneva sempre una certa tensione ad “andare”, a partire, ad essere li vicina. Sono stata infatti due volte a Khartoum, Sudan, come fisioterapista coordinatrice delle attività riabilitative di OVCI. Quando sentivo di poter dare qualcosa e di esser utile all’organismo coglievo ogni possibilità che si presentava!

In questi anni ho conosciuto molte persone e ho costruito buone e sincere amicizie! OVCI ha la peculiarità di essere un piccolo organismo autentico ed umile. Pro e contro, ripone nel suo fine ultimo sempre l’aiuto ai bambini e alle loro mamme che faticano quotidianamente a prendersene cura in contesti dove la società stigmatizza la disabilità e la marginalizza. Questa è la cosa che più mi ha colpito appena arrivata in Sudan nell’ottobre del 2018. Mi sono commossa vedendo come famiglie fragili viaggiavano per ore per raggiungere il nostro centro e trovare da noi l’unica possibilità di aiuto per i loro figli ed inoltre venivano aiutate in modo completamente gratuito e disinteressato. Facevamo la differenza per tante persone!

E poi? E poi la vita prende percorsi sorprendenti. In questo periodo ho deciso di continuare a fare la mia parte ma dall’Italia e mi sto sperimentando in un ruolo diverso provando a sostenere le attività dell’ufficio progetti di OVCI. È per me un cambio di prospettiva professionale ma anche personale, osservo tutto dall’altra parte!

Personalmente mi ricordo che la vita è un viaggio e conta sempre più il percorso e i compagni di viaggio piuttosto che la meta. Lascio le certezze a chi innatamente le possiede e come scriveva Rainer Maria Rilke “bisogna cercare di amare le domande e vivere ogni cosa”.

Per me l’importante è continuare a sentirmi dalla parte giusta e provare sempre a fare la differenza!

Giulia Dal Cin, Desk officer Sudan e Sud Sudan

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