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Mercoledì 24 febbraio alle ore 20,30 abbiamo ascoltato la testimonianza di Rosanna Castelnuovo, infermiera professionale impegnata nella realtà di Esmeraldas, in Ecuador. A partire dall'enciclica "Fratelli tutti" ci siamo chiesti se il messaggio al suo interno sia un bel sogno o un invito a ricominciare con corresposabilità. All’inizio della sua enciclica, Papa Francesco costruisce un puzzle che illustra i drammi del nostro tempo, e di ogni luogo, direi presenti in ogni realtà.

Rosanna ci ha illustrato il primo tassello, quello della politica. Le grandi parole quali democrazia, libertà, giustizia, unità perdono la pienezza del loro significato, e risultano liquefatti la coscienza storica, il pensiero critico, la lotta per la giustizia e le vie dell’integrazione (cfr nn. 14; 110). Il Papa esprime un  giudizio duro su come a volte la politica  oggi è ridotta: «La politica così non è più una sana discussione su progetti a lungo termine per lo sviluppo di tutti e del bene comune, bensì solo ricette effimere di marketing che trovano nella distruzione dell’altro la risorsa più efficace» (n. 15). A tal proposito, Rosanna ci ha aggiornato sulle ultime novità relative alle elezioni nella provincia di Esmeraldas.

Il secondo tassello trattate è quelo della cultura dello scarto. A volte le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se sono povere o disabili. Rosanna qui si è soffermata sulla questione lavorativa e salariale del popolo ecuatoriano, vessato ulteriormente dalla pandemia.

Il quadro è continuato con l’inserimento di una riflessione sui diritti umani, il rispetto dei quali è un prerequisito per lo sviluppo sociale ed economico di un Paese (cfr n. 22). Ci ha aiutato a riflettere sul diritto alla salute e all'istruzione in un Paese tanto povero.

Infine, papa Francesco dedica un capitolo alla parabola del Buon Samaritano. L’ascolto della Parola di Dio è un passaggio fondamentale per giudicare evangelicamente ciò che viviamo. Così il Buon Samaritano diventa un modello sociale e civile (cfr n. 66). L’inclusione o l’esclusione dei feriti sul ciglio della strada definisce tutti i progetti economici, politici, sociali e religiosi. Il Santo Padre, infatti, non si ferma al livello delle scelte individuali, ma proietta queste due opzioni al livello delle politiche degli Stati.

“Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunitá, una nuova tappa. Godiamo di uno spazio di corresponsabilitá capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle societá ferite.Oggi siamo  di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli,di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti.... Come il viandante occasionale della nostra storia, ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nell’impegno di includere, di integrare, di risollevare chi é caduto.... Alimentiamo ció che é buono e mettiamoci al servizio del bene”. (cfr. 77)

 

Silvia Rapanà, referente Gruppo Animazione Lombardia

 

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