Se si dovesse parlare dell’Ecuador in questo periodo a tutti verrebbero in mente le notizie che ci sono arrivate attraverso i telegiornali e i quotidiani nel mese di gennaio, quando abbiamo assistito in diretta alle immagini di un gruppo terrorista armato che occupava la sede della televisione di stato a Guayaquil, nel sud del paese. Conseguentemente a quell’evento, nello stesso mese di gennaio il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa dichiarava lo stato di guerra interno contro il terrorismo. Dopo quell’episodio non ci è più pervenuta nessuna notizia sull’andamento della situazione nel paese, ed era difficile mantenersi aggiornati attraverso i canali ufficiali, come fosse diventata ormai una guerra a noi estranea e non più meritevole di attenzioni. Ma è importante sottolineare che quell’episodio è stato uno tra i tanti che ogni giorno si verificano nel paese. In Ecuador, così come in quasi tutti gli altri stati del Sud America, la sicurezza è garantita solo in pochi contesti. Ogni giorno si verificano episodi di criminalità, micro e macro, e atti di terrorismo contro le autorità e tra i membri dei vari clan coinvolti, legati per lo più al traffico di stupefacenti e armi. Da anni, queste attività illecite stringono in una morsa tutti i paesi che si trovano nella fascia compresa tra il Messico e l’Argentina.
Non è solamente da gennaio, quindi, che l’Ecuador vive una situazione difficile, ma da quando è nato come stato indipendente. Non è da gennaio che si è visto un aumento del livello di criminalità, ma è un fattore costante che caratterizza il paese da decenni, a cui le persone sono (rattrista dirlo) ormai abituate. Soprattutto per chi vive nelle zone più povere, come la provincia di Esmeraldas, dove ci sono meno possibilità di lavorare, dove il livello di povertà è più alto e dove si registra un tasso più elevato di criminalità. Voler vivere in tranquillità, per molte persone, significa resistere e risparmiare denaro affinché un giorno si possano trasferire in un'altra provincia più sicura o emigrare all’estero.
Da circa un anno la situazione a Esmeraldas ha visto un rapido peggioramento del livello di violenza. L’anno 2023 è stato uno dei peggiori che la provincia abbia mai vissuto, dove si è registrato il peggior tasso di criminalità degli ultimi dieci anni, caratterizzandola come una delle zone più pericolose del continente. Nonostante ciò, le colleghe e i colleghi locali armavano diverse strategie per potersi recare al lavoro e continuare ad assistere le persone in carico a OVCI. La situazione è poi esplosa dal mese di novembre, ed è giunta agli occhi di tutto il mondo a gennaio di quest’anno. Da quel momento l’esercito ha iniziato a prendere il controllo delle varie città, e nella sola provincia di Esmeraldas sono stati effettuati più di tremila arresti. Molti membri dei clan considerati terroristi sono giovani, e diversi tra loro sono minorenni.
Alla fine del mese di febbraio mi sono recato ad Esmeraldas per una missione di monitoraggio della durata di un mese. Tornare in Ecuador mi ha riempito davvero di felicità, perché era un desiderio che vedevo realizzarsi dopo tanto tempo, da marzo dell’anno scorso, quando per motivi di sicurezza non sono potuto andare. È stato bello rincontrare i miei amici e colleghi, con i quali fino a quel momento mi interfacciavo solo attraverso telefonate e riunioni video. Anche per loro, che in tutto questo tempo hanno continuato a lavorare nonostante la situazione non fosse ottimale, ricevere visite da parte del personale italiano significava molto.
Per OVCI questa missione è stata un’occasione per fare il punto della situazione, cercare ma anche fornire risposte adeguate, considerare nuove opportunità di collaborazione per il futuro e conoscere nuove realtà.
Ho potuto fornire le mie conoscenze tecniche e i miei consigli al personale locale monitorando le attività eseguite e quelle previste, rimanendo sempre comunque in contatto con i miei colleghi in Italia per poter garantire un adeguato supporto a 360 gradi e rispondere congiuntamente ai dubbi di varia natura che mi venivano espressi. Durante la mia permanenza in Ecuador ho viaggiato nei cantoni di Quinindé, Rio Verde e Atacames per incontrare i beneficiari e assistere alle attività di conclusione del progetto “Ausili ortopedici: servizi di supporto all’inclusione scolastica, sociale e lavorativa delle persone con disabilità”, iniziato a marzo del 2023 e finanziato dalla fondazione Prosolidar, attraverso il quale OVCI ha raggiunto più di trecento persone con disabilità, consegnando loro ausili ortopedici adeguati e funzionali al loro percorso riabilitativo e al loro inserimento sociale, fornendo a loro e alle loro famiglie un’adeguata formazione sul corretto utilizzo, e sensibilizzando diverse comunità della provincia sui temi della disabilità, dell’inclusione sociale e dei servizi disponibili sul territorio.
Mi sono recato anche nella città di Ibarra e nella capitale Quito, situate rispettivamente nelle confinanti provincie di Imbabura e Pichincha, per conoscere nuove istituzioni e associazioni, in vista di possibili collaborazioni future. A Quito ho avuto la possibilità di incontrare l’ambasciatore italiano, che si è dichiarato onorato di conoscere la realtà di OVCI manifestando il suo interesse e offrendo il suo sostegno.
Con l’avvento dell’esercito la situazione sembra essere migliorata, molte cariche amministrative sono state revocate in attesa di eseguire una grande indagine interna contro la corruzione, considerata da tutti il vero problema presente nel paese e che in tanti anni ha creato metastasi in ogni contesto. Ovviamente la situazione non è risolta, ma le persone che vivono ad Esmeraldas sentono per la prima volta dopo tanto tempo che lo stato è dalla loro parte, lottando per i loro diritti e la loro sicurezza.
Sicuramente lo stato ha ancora molto lavoro da fare per poter garantire un Ecuador libero dalla violenza e dal crimine, ma soffermandoci sugli aspetti positivi è importante sottolineare che mentre qualche mese fa la situazione era critica e buia, ora gli abitanti riacquistano speranza, e OVCI sarà sempre presente nella provincia di Esmeraldas per dare il suo contributo.
Massimo Rubino, Desk Officer Ecuador