Il nostro progetto Les Jeunes comme levier du developpement inclusif du Maroc nello Sciemel (il Nord del Marocco) ha preso avvio a Tangeri, la nostra "base", una vera e propria metropoli.
I nostri giovani volontari, come Meriem e Yasmin, hanno cominciato con tanto entusiasmo, infilandosi nelle stradine dei quartieri popolari per andare a trovare i nostri bambini, ma l'accoglienza delle famiglie non è sempre stata delle migliori. L'impressione è che queste pensino ancora a una cura "magica" del loro bambino, e sia difficile orientarle verso il percorso della lunga e faticosa (ma unica) strada fatta di piccoli progressi. Spesso pensano che l'unico "farmaco" per il loro bambino siano i soldi - cure private costosissime - o la Spagna - partire in Europa, dove secondo un'idea tanto diffusa quanto immaginifica, ci sono centri che guariscono i bambini con disabilità. Bisogna accettare anche che non sempre lo SVILUPPO INCLUSIVO SU BASE COMUNITARIA trova il terreno fertile per far crescere i suoi umili germogli di speranza.
Pochi passi più in là invece, a Ksar Sghrer (il "Castello Piccolo"), dove le case rurali sono sparse su colline affacciate sul mare, a una ventina di km dalla Spagna, la nostra volontaria Hamida è riuscita a entrare nel cuore delle famiglie del suo villaggio, grazie alla sua gentilezza e alla sua serietà.
L'altra grande città in cui abbiamo lavorato è Tetouan, ex capitale della colonia spagnola in Marocco. Anche qui abbiamo incontrato difficoltà simili a Tangeri, ma alcuni nostri volontari hanno davvero fatto tutto il possibile per i nostri bambini. Brahim che parte a fare le visite domiciliari con uno zaino pieno di giochi educativi fatti in casa, Abdelmoula, amato da tutti i suoi bambini, e Douaa che ha donato un grande sostegno psicologico a tante mamme. Molte famiglie sono ora riconoscenti a questi ragazzi.
Abbiamo iniziato le attività anche a Mdiq (che gli abitanti chiamano Rincón, ovvero “l'Angolo", nome preso dall'insenatura dove si trova il porto dei piccoli pescatori). Qui Fadwa e Boutaina, due volontarie giovanissime e sorridenti, aiutano i bambini con disabilità ad affrontate le loro difficoltà scolastiche.
Ci siamo spinti infine a Chefchaouen, piccolissima medina incantata tra le montagne del Rif, dove le case e le strade sono dipinte di blu. Oumaima e Fatima fanno la spola tra qualche casa della città antica e le zone rurali dove le condizioni di vita, tra freddo, povertà e assenza di servizi a volte, come in questo periodo, sono davvero dure. Le nostre due giovani volontarie sono riuscite ad avere un impatto incredibile sulla vita di queste famiglie, non solo grazie alle conoscenze e alle tecniche che in poco tempo hanno imparato ad utilizzare (in un anno sono diventate delle vere esperte dello SIBC), ben oltre le nostre aspettative iniziali; ma soprattutto grazie all'amore con cui giocano e lavorano con i nostri bambini, che sono diventati davvero i loro fratellini adottivi.
Simone ZANATTA, Responsabile tecnico di progetto - OVCI Marocco