Mi presento, sono Simone, ho 28 anni e sono laureato in fisioterapia.

Sono Uno Coordinatore tangeri visite domicilliaripartito con OVCI per il Marocco alla fine del 2018, per seguire un progetto di Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria (SIBC). Si tratta di una strategia che utilizza le risorse presenti nel territorio (dalla famiglia alle istituzioni pubbliche, dalla scuola alle associazioni di volontariato) per aiutare la partecipazione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità. Uno degli obiettivi principali è sensibilizzare la comunità combattendo lo stereotipo, diffusissimo ad esempio in Marocco, che la persona con disabilità sia “malata” e quindi abbia bisogno di “guarire”, promuovendo invece una consapevolezza della diversità che porti all’accettazione e all’inclusione di tutte le persone nella propria comunità.

Avevo già avuto la fortuna di far parte di un progetto simile in Ecuador, facendo Servizio Civile con OVCI. Lì il progetto era già attivo da molti anni e ho imparato da gente con molta esperienza, inserendomi in dinamiche consolidate che mi hanno permesso di crescere professionalmente.

In Marocco il mio ruolo è stato molto simile: prevedeva di formare dei giovani volontari (10/15 in ognuna delle 4 regioni che abbiamo seguito) ciascuno dei quali avrebbe preso in carico una decina di famiglie con bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni con disabilità. Durante la prima visita domiciliare accompagnavo i volontari per aiutarli a strutturare e condividere con la famiglia un progetto individuale per aiutare il loro bambino. Potevamo proporre attività educative o riabilitative propedeutiche a sviluppare capacità utili per essere più autonomi o a favorire l’inclusione sociale (ad es. vestirsi da soli o comunicare). Oppure proporre un inserimento scolastico o in un’associazione, sensibilizzare la famiglia e orientarla su cosa poteva essere meglio per il futuro del loro bambino, di cui spesso non conoscevano nemmeno la diagnosi. Infine cercavamo delle soluzioni pratiche, più concrete e realizzabili possibili, per rimuovere gli ostacoli che il nostro beneficiario incontrava nella sua vita.

Una cosa che fin da subito ho amato profondamente è che grazie al mio lavoro ho potuto conoscere una cultura diversa.  

fatima e mohamed volontariLa SIBC infatti, lavorando sul territorio, ti permette di vivere la realtà quotidiana di queste persone. Anche a livello professionale conoscere le abitudini del posto e la mentalità della gente ti aiuta a capire i reali problemi e ad avere le risorse e le strategie che possono aiutare un bambino in una determinata situazione.

Le regioni che seguivamo erano poi letteralmente ai 4 lati del Marocco, molto diverse una dall’altra. Diversi erano i volontari, le dinamiche, le famiglie che visitavamo, le lingue che parlavano e che parlavo io con volontari. È stata una fortuna da un lato, per l’opportunità di lavorare in situazioni e con persone che avevano sempre cose nuove da insegnarmi; ma dall’altra un’ulteriore difficoltà, come si può immaginare. In tutti i casi ho sempre ricevuto tutto l’aiuto e la generosità possibile, e soprattutto possiamo dire che alla fine tutti i progetti ci hanno regalato grandi soddisfazioni.

Aver potuto vedere con i miei occhi l’immensa gratitudine che le famiglie provavano verso questi giovani ragazzi è stata una grande emozione. Ogni volta che vedevo i risultati del loro lavoro, un bambino iscritto alla scuola pubblica, una sorella che ha imparato a giocare con il suo fratellino, una madre che accetta suo figlio e lo porta a giocare al parco invece di vergognarsi e di nasconderlo in casa... Mi sembrava un miracolo, perché sapevo quanto difficile fosse il contesto dove operavano.

È già di per sé difficile lavorare con una mamma che ha un figlio con autismo, ma se questa mamma lavora anche 10 ore al giorno in una serra per 60 centesimi all’ora e deve pensare anche ad altri 4 figli, e se anche tu hai altri mille problemi che basterebbero a rendere già la tua vita durissima, allora qualsiasi cosa tu faccia per rendere la vita di questo bambino più felice, è già un vero miracolo.

MoudniCome noi siamo stati felici di avere questi volontari, anche loro sono stati entusiasti di lavorare con OVCI, una realtà che vedevano come interessata solo al bene dei bambini (cosa secondo loro rara in Marocco), lavorando con professionalità ma soprattutto con umiltà.

Personalmente mi sento di ringraziare per la totale fiducia che mi è stata regalata e per l’opportunità che mi ha dato OVCI di fare il lavoro più bello del mondo.

Simone Zanatta – volontario OVCI

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