Pubblichiamo di seguito uno stralcio dell'articolo di Giona De Iusi, Casco Bianco SCU con OVCI rientrato dal Marocco. Per leggere l'articolo intero pubblicato sul Notiziario La Nostra Famiglia clicca qui.
Partire per il servizio civile, come in realtà per ogni esperienza simile o che concerna l'andare a vivere in un posto nuovo o diverso, significa varcare una soglia, fare un salto, andare oltre.
Queste metafore suonano ridondanti a mio avviso da quando sono partito. Trovo ovvio che viaggiare significhi doversi aspettare delle sorprese e imparare cose nuove, credo anche che queste siano le motivazioni primordiali che hanno spinto tutte le persone a fare questo tipo di scelta. Quello di cui si parla poco è ciò che richiede questo salto. Non tutte le sorprese sono facili da accogliere e da capire. Affacciarsi al mondo, aprirsi alla conoscenza e alla curiosità significa accettare di essere piccolissimi in un universo infinito. Filosofi e studiosi di ogni epoca, a partire da Socrate, hanno riflettuto su questi temi, quindi quello che ci resta da fare come comuni mortali è accogliere con umiltà il naufragio che è la nostra esistenza. È sottile la differenza tra chi si lancia alla scoperta dell'ignoto e chi naufraga, sempre in balia delle probabilità, ma quello che cambia è lo stato mentale, la differenza tra ottimismo e pessimismo. Il servizio civile offre la possibilità di allenarsi all'apertura, approcciarsi alla novità in un ambiente sicuramente più protetto e monitorato, senza andare completamente alla deriva, ed è un passaggio che può fare la differenza nel percorso formativo di una persona. [...]
Giona De Iusi, Casco Bianco SCU con OVCI in Marocco