Nella vita assistiamo a molti gesti diversi: alcuni ci feriscono, ci provocano dolore e paura che ci fanno soffrire per tutta la vita; altri ci guariscono e fanno svanire nell’aria tutte le delusioni passate; altri gesti creano vita, amore e speranza. Viviamo tra questi gesti e ognuno di essi è essenziale per la nostra vita. Per conoscere quelli che guariscono dobbiamo prima soffrire e sopportare quelli che ci feriscono per infine raggiungere quelli che creano cose belle per noi.

Sudan articolo Aisha 1Come fisioterapista e come genitore di un bambino con disabilità e come bambino stesso, questi gesti sono al centro della nostra vita, ci fanno male, ma allo stesso tempo ci curano e creano del nuovo. Come genitore di un bambino con disabilità vedere la sofferenza di un figlio è una condanna a morte. Avere un figlio con disabilità significa dover sopportare e affrontare tutti gli sguardi nelle strade e i giudizi della società, la relegazione del bambino da tutte le attività e vedere la sua infanzia in un certo senso “rubata”.

Nonostante tutti i momenti tristi vi sono anche quelli felici: il sorriso dei bambini con disabilità illumina il buio dentro di me; un abbraccio, tenersi per mano, uno sguardo verso di me come fossi il loro eroe. La felicità quando vedi il bambino raggiungere un obiettivo che pensavi impossibile. Questa piccola persona illumina la visione dei genitori e apre a molte percezioni diverse della realtà. Lui o lei creano: creano nuova vita dentro la sua mamma e una nuova persona che sappia sentire il prossimo, conoscere la sofferenza delle altre persone, vedere la vita come una sfida da superare e vincere. Poter vivere con una disabilità, essere in grado di sopravvivere a questo mondo con problemi mentali o parti del corpo mancanti o alterate, di superare tutti i confini del proprio corpo e gli ostacoli che la vita e le persone ti mostreranno: ecco, tutto ciò ti insegnerà che nulla nella vita è impossibile e con una forte volontà puoi ottenere tutto ciò che desideri.

Per un fisioterapista lavorare con un bambino con disabilità significa sopportare il pianto, le urla, i movimenti abnormi, che arrivano come colpi inaspettati, e imparare a lasciare tutti i propri problemi fuori dalla stanza della terapia. 

Essere un bambino con una disabilità significa che bisogna sopportare tutte le difficoltà per svolgere un compito semplice come tenere la schiena eretta quando si è seduti, o rotolarsi liberamente sul letto per giocare con un giocattolo che si ama. Nascere o acquisire una disabilità significa che si devono passare ore e giorni e anni di esercizio intenso solo per essere in grado di svolgere un compito per altri scontato e banale. Tutte le lacrime, il sudore e l'energia spesi per raggiungere l'obiettivo di essere indipendenti mostrano come un elemento che fa male sfocia in realtà in una guarigione e in qualcosa di bello.Queste ore di allenamento e lo sforzo fatto, tutta la sofferenza che sopporta per raggiungere i suoi obiettivi, rappresentano una ferita che un bambino deve avere per poi raggiungere la guarigione e la vita che i suoi genitori sognavano per lui o per lei.Come fisioterapista bisogna essere forte per considerare il pianto di un bambino e il suo rifiuto del trattamento come qualcosa da ignorare e superare se il bambino non sta effettivamente provando dolore. La maggior parte dei bambini con diverse patologie, infatti, causano il pianto principalmente come un modo per dire “rifiuto quello che mi stai facendo, non lo voglio”.

Quindi un dolore causato dalla fisioterapia causerà una “guarigione” aiutando il bambino a essere in grado di diventare indipendente e integrato nella società, e questo creerà una vita piena di attività invece di una vita relegata solo a letto.

 

Aisha Mohammed Elshami Alnoor, fisioterapista senior di OVCI Sudan

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