Ancora una volta sono a Juba e mi trovo immersa in mille attività: il dispensario, il dipartimento di epilessia, il pre e post-natal, il dipartimento di nutrizione. La riabilitazione con fisioterapia, logopedia e terapia occupazionale, il programma per i bambini con piedi torti, la “preschool”, l’officina ortopedica. E poi i programmi di Sviluppo Inclusivo Su Base Comunitaria e i corsi universitari del Saint Mary’s College. Il tutto supportato dall’attività amministrativa e dalla complessa macchina logistica per l’approvvigionamento energetico e di acqua, il funzionamento e la manutenzione delle strutture, l’organizzazione dei trasporti e altro ancora che non appare ma c’è.

Quanto personale locale impiegato! Quanti collaboratori espatriati che si occupano di far avanzare i vari progetti, quante risorse economiche impiegate in questo Paese allo sbando, martoriato dalla guerra civile.

Servirà a qualcosa tutta questa attività? Riusciremo mai a portare all’autonomia operativa le persone che ci stanno accanto da anni? Stiamo davvero cercando di fare cooperazione allo sviluppo?

Domande troppo difficili e complesse, anche se meritano una riflessione a freddo, ad esperienza finita.

Intanto però posso dire che nell’immediato tutta questa attività raggiunge una quantità incredibile di persone. Le voglio “ripercorrere” per rendermene davvero conto.  Vedo arrivare persone che hanno le necessità più varie, da chi ha la malaria o infezioni intestinali e riceve esami, diagnosi e farmaci, ai bambini e ragazzi con epilessia, alle mamme in attesa e dopo il parto che ricevono visite, ecografie se necessarie, supporto alimentare per sé e per il bambino, dai bambini malnutriti alle loro famiglie che ricevono pasti ipernutrienti e supporto alimentare alla famiglia. Al Centro di Riabilitazione sono seguiti quotidianamente decine di bambini con patologie diverse, dai pre scuolaproblemi motori, a volte stranissimi, ai problemi di linguaggio, dai problemi di comportamento a quelli di organizzazione dell’attività. Tutti ricevono valutazione, trattamento, consigli ai familiari, addestramento all’uso del linguaggio dei segni per i genitori dei bambini sordi, ausili costruiti nella nostra officina ortopedica, gessi per i molti bambini che nascono coi piedini torti, per non parlare di quelli che necessitano di interventi neurochirurgici, ortopedici o di chirurgia plastica (per ustioni o per malformazioni facciali) che vengono inviati agli ospedali in Uganda.

Un’altra grande quantità di persone si raggiunge con l’attività di Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria (CBID in inglese): circa una ventina di operatori locali raggiungono quotidianamente, con visite domiciliari, ciascuno 3-4 bambini/famiglie, si adoperano per l’inserimento nelle scuole di un gran numero di bambini con bisogni speciali e supportano gli insegnanti con suggerimenti e ausili. L’ultima attività appena iniziata è il supporto a 32, mamme divise in 4 gruppi, che iniziano una piccola attività in proprio per avere un reddito di sostentamento della famiglia. Migliaia di persone sono poi raggiunte da eventi di sensibilizzazione sui diritti delle persone con disabilità, oltre che su altri argomenti di sanità pubblica (igiene, prevenzione di malattie, l’utilizzo di ausili ecc.) 

Beh, mi sembra di poter dire che, anche solo ad uno sguardo superficiale, grazie all’attività che qui si svolge centinaia di persone ogni giorno trovano una risposta, un sostegno, un aiuto oltre, non dimentichiamolo, a una speranza da coltivare.

IMG 1Ma mi sembra di poter dire che negli anni è molto aumentata anche l’attribuzione di responsabilità agli operatori locali, dal capo del personale ad alcuni operatori del dispensario, dal coordinatore dei lavoratori ai terapisti che portano avanti, anche se non in completa autonomia, alcune attività riabilitative (come ad esempio due piccoli ambulatori distaccati in due zone della città, per facilitare l’accesso ai pazienti), da chi provvede alla gestione dei farmaci a chi si occupa della produzione di ausili. Piccoli passi avanti, che necessitano ancora di supporto, ma che fanno confidare nella possibilità di sempre maggiore coinvolgimento e rassicurano che la strada da percorrere è verso l’autonomia.

IMG 23Un ultimo sguardo alla formazione: al Saint Mary’s College è iniziato l’11° corso universitario per fisioterapisti e a dicembre ci saranno i primi laureati in Human Development, che ha al suo interno la scuola di studi umanitari, il servizio sociale e l’amministrazione pubblica. Ma non dimentichiamo le numerose sessioni di formazione tenute da professionisti provenienti principalmente dall’Italia su aspetti medici e riabilitativi, oltre alle conoscenze che professionisti locali, o di Paesi vicini, hanno condiviso con gli operatori di ogni ambito.

La cultura, l’istruzione, la formazione sono un punto cardine su cui si basa lo sviluppo di un popolo, così come la promozione umana, la sensibilizzazione, l’affiancamento verso l’autonomia. OVCI, a Juba, sta contribuendo a tutto questo, nel suo piccolo… ma forse tanto piccolo non è!

Silvana Betto, esperta tecnica e Consigliera per OVCI

archivio Notizie dai Paesi

con noi... PER TUTTI I BAMBINI DEL MONDO

DIVENTA VOLONTARIO

FAI UNA DONAZIONE

IL TUO 5x1000 PER OVCI

COLLABORA CON NOI

 


 OVCI la Nostra Famiglia
via don Luigi Monza 1 - 22037 Ponte Lambro (CO)
tel 031-625311   -    mail info@ovci.org   -   C.F. 91001170132