Pubblichiamo di seguito uno stralcio dell'articolo di Elena Roncoroni, Preside Corso di Laurea in Scienze Riabilitative presso il Saint Mary’s College di Juba, Sud Sudan. Per leggere l'articolo intero pubblicato sul Notiziario La Nostra Famiglia clicca qui.
Quando sono entrata la prima volta nell’officina ortopedica del centro di riabilitazione Usratuna a Juba, mi ricordo di aver pensato: “Caspita questi tecnici sono capaci di fare belle cose anche con poco”.
Quando si è abituati alla estrema modernità dei materiali per gli ausili fatti per lo più in titanio, e dove per prendere le misure si fanno delle apposite schiumate affinché gli errori siano quasi inesistenti, nel momento in cui ci si trova davanti a sedie fatte in legno e deambulatori in metallo si può cadere nell’errore di pensare di essere tornati all’epoca dei Flintstones.
Se invece si va un po’ più in profondità e ci si ferma ad osservare tutto il lavoro che c’è dietro ogni singolo pezzo non si può fare altro che rimanere stupiti.
I pezzi di legno devono essere scelti, poi vengono tagliati, levigati, assemblati e verniciati - uno ad uno - manualmente, dando vita a seggioline che permettono ai bambini con disabilità di poter stare seduti in una posizione funzionale che permetta loro di vedere il mondo da una prospettiva diversa da quella sdraiata in cui di solito sono tenuti, cosa utile non solo per garantire una corretta alimentazione, ma anche per partecipare meglio alla vita della famiglia.