Elisabetta Piantalunga, dal 2014 nello staff di OVCI Italia, è stata nominata nuovo Direttore Generale il 1° gennaio 2023 con delibera del Consiglio Direttivo, sotto proposta della Presidente Claudia Corsolini. Oggi risponde per noi ad alcune curiosità su questo nuovo mandato.
Come hai accolto questa nuova sfida? Cosa è cambiato nel tuo lavoro quotidiano?
Quando mi è stato proposto di ricoprire la carica di Direttore sono rimasta "sbigottita". Non avrei mai pensato di poter ricoprire questa carica, ci ho dovuto pensare. Speravo di riuscire a riflettere razionalmente, di fare una valutazione rispetto alle mie attitudini e competenze, ma più ci pensavo e meno riuscivo ad essere razionale… Alla fine ho scelto con il cuore ed ho deciso di accettare l’incarico pur nella consapevolezza che non sarebbe stato facile e nella speranza di essere all’altezza dell’impegno richiesto e della fiducia che è stata riposta in me. La certezza di lavorare con una grande squadra, dai colleghi alla Presidente, al Consiglio, mi ha aiutato a decidere e mi aiuta ogni giorno ad affrontare gli impegni vecchi e nuovi del mio lavoro.
Nel lavoro quotidiano ho ridotto l’impegno diretto sui progetti per dedicarmi al lavoro di gestione delle parti “burocratiche” dell’Organismo e all’organizzazione delle attività nei nostri uffici.
Raccontaci i tuoi anni in OVCI e come la passione per i suoi impegni è cambiata nel tempo.
Ho iniziato in OVCI tantissimi anni fa, ero una giovane infermiera che per una serie di circostanze aveva conosciuto OVCI ed aveva accettato, con molta incoscienza, di partire per Juba, nell'attuale Sud Sudan. Ho passato lì due anni molto difficili: c’era la guerra, non c’era internet e si rimaneva isolati da tutto e tutti per molti giorni. Ho conosciuto persone fantastiche e ho svolto il mio impegno quotidiano piccolo e costante, fatto di fatica e sorrisi, capendo pian piano che non avrei “cambiato il mondo”, che il mio lavoro era stato ben poco rispetto ai bisogni. Ma quella in Africa è stata un’esperienza così forte che mi è rimasta dentro e dopo diversi anni ecco il desiderio di riaffacciarmi alla cooperazione con una consapevolezza diversa, ma con la stessa passione, affrontando la sfida del cambiamento. Quindi ecco il Master e lo stage in OVCI, e da qui la nuova appassionante avventura. La collaborazione nella scrittura di progetti, apportando il mio piccolo contributo grazie alle conoscenze tecniche, e poi i volontari, la selezione, la formazione ed il supporto durante la loro esperienza. Poi l'ufficio progetti e quindi la responsabilità di scrivere e seguire le attività per due dei Paesi in cui operiamo, l'Ecuador e il Marocco... Ogni cambiamento per me è stato una sfida appassionante in cui mi sono tuffata con gioia e con il desiderio di fare del mio meglio: per tutto questo devo ringraziare tantissimo i colleghi in Italia e nei Paesi perché mi hanno sempre aiutata ed hanno condiviso la loro passione, le loro conoscenze, i loro dubbi e soprattutto la speranza di fare qualcosa di buono giorno dopo giorno.
In quest’anno di festeggiamento per i 40 anni, OVCI ha “cambiato la faccia”: nuova Presidente, nuovo Direttore Generale… quali novità ci aspettano ancora? Quali sono da auspicare?
Non direi che OVCI ha “cambiato faccia”, direi che questa è la fase di un lungo percorso iniziato tanto tempo fa e che spero continuerà per molto tempo. Certamente i cambiamenti sono stati diversi nell’ultimo anno e credo che ogni persona, dando il suo contributo, possa cambiare l’Organismo. Penso che i prossimi cambiamenti saranno più probabilmente assestamenti. È presto ora per capire come evolveranno le attività e quali saranno le novità, stiamo “prendendo le misure” per capire come OVCI possa muoversi rimanendo nel solco tracciato da chi ha fondato l’Organismo. Certamente sarebbe auspicabile un rafforzamento degli impegni in Italia anche per cercare di aprirci maggiormente ai giovani, appassionandoli alle nostre attività ed alla conoscenza dell’altro e dell’altro con disabilità fuori dai nostri confini.
OVCI, come anche altre realtà, porta avanti molti impegni con risorse che sembrano sempre insufficienti se guardiamo ai traguardi che si vorrebbero raggiungere. Spesso però non ci si accorge di quanta strada si è fatta finora. Allora una duplice domanda, per concludere: quali sono secondo te i risultati più importanti conquistati in questi anni? E che invito lanceresti a chi vuole collaborare o contribuire a raggiungerne ancora?
La presenza costante di OVCI sul territorio ed il riconoscimento sia della popolazione che di tutte le istituzioni locali credo sia uno dei più grandi risultati raggiunti in questi anni in tutti i Paesi dove operiamo, non tanto per il riconoscimento all’Organismo, quanto per il riconoscimento alle attività. Credo che vedere i genitori che portano i piccoli con disabilità presso i nostri centri invece che tenerli reclusi nella capanna o in casa sia una delle gioie più grandi: sapere che questo bambino possa avere un futuro nel mondo con gli altri era, quando si è iniziato, quasi impensabile.
Il grande lavoro fatto sul territorio a contatto con le famiglie e le istituzioni ci permette di aiutare bambini e adulti con disabilità inserendoli nelle attività sociali attraverso la strategia di Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria, per operare all’interno delle famiglie, capire i loro bisogni, aiutarli concretamente nella gestione quotidiana del bambino o dell’adulto con disabilità, a volte arrivando veramente "ai confini della terra”.
Ma tante altre cose importanti sono state fatte per i bambini nelle scuole, per le donne doppiamente discriminate perché donne e perché portatrici di disabilità, per formare il personale locale sia attraverso corsi universitari che in maniera informale, per la sensibilizzazione delle mamme e della popolazione…
Per questi risultati dobbiamo sicuramente ringraziare tutti i donatori, ma anche la tenacia dell’Organismo e di tutti coloro che operano con costanza, con gli occhi sull’obiettivo di inclusione per tutti i bambini con disabilità.
Vorrei riuscire a trasmettere la felicità, certo sempre con fatica, che lavorare in questi progetti e con le persone con disabilità ci trasmette; vorrei invitare tutti, soprattutto i ragazzi ad un’esperienza così profonda che sicuramente può cambiare la visione della vita!
Grazie Elisabetta e buona avventura!