Alcune voci dei ragazzi impegnati nel percorso pre-partenza al volontariato breve estivo, che li vedrà dedicati in un'esperienza di servizio di gruppo della durata di circa un mese in Brasile (a luglio) e in Zambia (ad agosto).
 
A volte, presi dalla quotidianità, ci dimentichiamo di quanto sia bello entrare in contatto con persone nuove. Di quanto sia bello sentire le storie altrui, di quanto sia bello cogliere novità anche in noi stessi, scoprendo come sceglieremo di raccontarci agli altri...
Ancora stento a realizzarlo: partiró per il Brasile. Con le mie compagne di viaggio si è già trovata una bella intesa. Chissà cosa ci aspetta... in realtà, tra energia, paure e curiosità il nostro viaggio è già iniziato!
 
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Sono entusiasta all'idea di partire, era da molto tempo che pensavo ad un'esperienza di questo tipo e finalmente ci sono le condizioni.
Il primo incontro di formazione è stato molto utile per conoscerci, rivederci e parlare insieme di tematiche sociali e di inclusione. Mi è piaciuto molto condividere questi temi e vedere come stiano a cuore a tutti noi. Il confronto è molto utile perché proveniamo da realtà diverse, mi rendo conto che nella mia zona di provenienza, un piccolo paese, non è così facile incontrare persone che condividano questi progetti e idee. Per questo sono grata dell'opportunità che mi si presenta e spero di viverla al meglio. Sono certa che mi sarà utile dal punto di vista umano e professionale.
Le provocazioni che mi hanno colpito di più sono "senso di responsabilità" e "e tu cosa fai?"
La risposta non la so, ma voglio fare il più possibile, voglio essere ambiziosa senza avere la pretesa di salvare il mondo, voglio mantenere la consapevolezza di voler aiutare senza la presunzione di salvare.
 
“E tu cosa stai facendo?” 
Questa è la frase che mi viene spesso ripetuta quando mi rifiuto di accettare l'inimmaginabile…
Quando a casa mi indigno per l’ennesimo naufragio, quando avverto e sento il dolore di chi ha perso qualsiasi riferimento, l'identità e si trova catapultato in una realtà così diversa da quella che per loro è casa.
Quando mi lamento per realtà che ormai si dànno per scontate e vengono accettate silenziosamente ogni giorno, quello che le persone che ho intorno riescono a dirmi di solito corrisponde ad un “Ma tu? Cosa fai nel concreto?”.
Questa esperienza, che spero possa essere la prima di molte, è la mia risposta; rappresenta il mio personale modo per poter fare qualcosa. So bene che non è l’unico e che si può fare molto anche rimanendo qui, ma questo è il mio.
Io voglio vedere, toccare, sentire e portarmi dentro tutto quello che questa esperienza può darmi e insegnarmi per avere gli strumenti per poter aiutare ancora.
Quindi se qualcuno dovesse richiedermelo probabilmente risponderei così: Mi rifiuto di chiudere gli occhi accettando qualsiasi cosa accada dall'altra parte, rifiuto l’inimmaginabile.
 
Sento il desiderio di incontrare, conoscere e mettermi in gioco crescere, quella sensazione di entusiasmo che si prova quando quel momento che tanto desideri si sta avvicinando. 
Vorrò custodire e imparare da tutte le emozioni che questa esperienza mi farà provare... e so che saranno tantissime!
 
Non è la prima volta che inizio la preparazione al volontariato breve, ma ogni volta si è interrotta per cause esterne. Ogni inizio in questi 3 anni però è stato diverso a suo modo, perché io ero e sono diversa.
Nel 2020, la prima volta che ho iniziato la preparazione al viaggio, provavo l'entusiasmo innocente di chi ha il desiderio di partire e cambiare il mondo, di portare un contributo e di sapere che la propria missione aveva un senso.
Oggi quell'entusiasmo si è trasformato: è un entusiasmo responsabile di chi è consapevole che sta andando in un Paese lontano da casa, ma che è casa di qualcun altro e per questo motivo bisogna entrare in punta di piedi e con rispetto. Questo nuovo approccio mi porta a vivere l'esperienza del volontariato breve sotto una luce nuova: la possibilità di conoscere una realtà diversa e farsi scuotere nel profondo. Non sono più io a cambiare il mondo, ma sarà il mondo a cambiare me. E non vedo l'ora! 
 
Sono passati pochi mesi da quando mi è stato annunciato che sarò uno dei volontari che partirà per Chipata (Zambia). Ancora oggi mi chiedo se io sia pronto per una missione così importante. 
In questo periodo di formazione voglio imparare ad aprire davvero gli occhi e il cuore a tutto quello che mi aspetterà e che vivrò quando sarò lì. Voglio affrontare al massimo questa esperienza vivendo appieno gli incontri con le mamme, i papà e i bambini che incontrerò. 

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