Il ricordo che ho dell’inizio di questo grande viaggio intrapreso per svolgere il Servizio Civile all’estero è ancora molto vivo in me: è l’undici agosto, e quel momento che all’inizio sembrava così lontano ora è a due passi da me, oltre l’area controlli dell’aeroporto di Linate. Negli ultimi due mesi ho avuto il tempo di salutare parenti, amici e colleghi, e ora sono pronto finalmente a varcare la soglia del gate. Destinazione: Esmeraldas, Ecuador.

Ricordo ancora che per tutto il periodo precedente a quel momento, cioè dall’invio della candidatura fino al giorno prima della partenza, avevo un pensiero fisso che mi tormentava. Lo stesso pensiero che si è presentato quella mattina quando ero in coda per il check-in, quando ormai mancava solo una persona prima che fosse il mio turno.

1Il pensiero che mi ha assalito era: “Ma sei davvero sicuro della scelta che hai fatto??? Sei sicuro di ciò che stai per fare??? Guarda quante cose stai lasciando! Guarda da quante persone di stai allontanando! Non sarà più lo stesso quando ritornerai! Tutto sarà cambiato! Hai un lavoro, hai degli amici, hai tutto ciò che si possa desiderare, perché devi andare?!”. In quell’attimo ho sorriso, perché finalmente stavo affrontando la paura che mi richiamava da tempo.

Avevo riflettuto a lungo nei mesi precedenti cercando di rispondere a quelle domande, avendo la possibilità di dare un valore immenso alla mia scelta e alle motivazioni che mi hanno spinto a compierla. Lasciare tutto indietro per un anno della mia vita, dedicarmi alla mia crescita personale e professionale. Uscire dalla mia zona comfort, dalla mia area protetta, e sperimentarmi in un contesto tutto nuovo, lontano dieci mila chilometri da casa mia, dai miei parenti e dai miei amici. Sperimentarmi in un contesto lavorativo differente, fino ad allora conosciuto solo in teoria, crescere come uomo, e come Educatore Professionale.

Senza avere paura, senza tirarmi indietro davanti a quei desideri che ognuno di noi ha e che spesso decidiamo di abbandonare, proprio perché a volte è difficile fare quel passo, l’ultimo prima del check-in, che stravolgerà la nostra quotidianità, e tutte quelle abitudini che ci danno una sicurezza immensa e a cui spesso ci ancoriamo.

Con questa motivazione impressa nella mente quel giorno ho superato la mia paura, e ho cominciato il mio viaggio.

Massimo Emanuele Rubino - educatore professionale volontario SCU

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