Pubblichiamo di seguito uno stralcio dell'articolo di Paola Fappani, Collaboratrice OVCI in Sudan, poi rimpatriata a causa del conflitto e ora in Sud Sudan. Per leggere l'articolo intero pubblicato sul Notiziario La Nostra Famiglia clicca qui

Sono stata assunta come educatrice per il progetto “KARAMA: dignità. Interventi di empowerment per le donne vulnerabili dello Stato di Khartoum” co-finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Nel contesto in cui ci troviamo ad operare, la parola “educazione” assume un significato particolare, anziché essereNotiziario Sudan 1 un diritto rappresenta un miraggio, un sogno. Soprattutto se sei donna e ancor più se versi in condizioni di fragilità economiche, fisiche o mentali. Il Sudan è uno Stato che ha vissuto 2 colpi di stato in 3 anni e che proprio in questo periodo sta affrontando una guerra civile violenta e sanguinosa, un’instabilità politica che di certo non favorisce il rispetto e il riconoscimento dei diritti civili.

In Sudan le scuole pubbliche sono strutture spesso fatiscenti, senza acqua, senza banchi adeguati, prive di servizi igienici e materiale per la didattica. Gli insegnanti, pochi o addirittura inesistenti, sono spesso in sciopero a causa del mancato pagamento dello stipendio da parte dello Stato. Qui l’educazione non è per tutti: né per i bambini maschi, perché la maggior parte di loro devono aiutare i padri nel lavoro, né per le femmine che, una volta ricevuta l’istruzione di base, sono spesso costrette a sposarsi, fare figli e dedicarsi alla cura della casa e ai bisogni della famiglia. In condizioni come quelle appena descritte, va da sé che il sistema scolastico sudanese non abbia le risorse necessarie per accogliere in maniera dignitosa le persone affette da disabilità. Il problema è senza dubbio strutturale ma anche culturale, perché spesso sono i genitori stessi a rifiutarsi di provvedere all’istruzione del figlio o della figlia con disabilità. Anche quando i bambini riescono a frequentare la scuola il risultato dal punto di vista dell’apprendimento è pessimo. Secondo i dati diffusi dall’Unicef, il 70% dei bambini e delle bambine di 10 anni che frequentano scuole pubbliche non è in grado di leggere e scrivere.

Notiziario Sudan 3Mandeep O’Brien rappresentante dell’UNICEF in Sudan ha affermato che «l’istruzione non è solo un diritto, è anche un’ancora di salvezza», pensiero con il quale noi di OVCI siamo completamente allineati. Partire da un’istruzione di buon livello e accessibile a tutti, per OVCI è una condizione imprescindibile. Siamo altresì convinti che per innescare questo processo virtuoso sia necessario lavorare con la società civile, le istituzioni e le scuole pubbliche. Per questo il nostro impegno si concentra sulla formazione degli operatori di settore (dagli insegnanti ai tecnici della riabilitazione), in quanto ispirati e guidati dalla ferma convinzione che il cambiamento parta dal basso e che anche con piccole azioni quotidiane sia possibile modificare interi sistemi. [...]

Paola Fappani, Collaboratrice OVCI in Sudan, poi rimpatriata a causa del conflitto e ora in Sud Sudan

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