All’inizio del mese di dicembre mi sono recato nella nostra sede di Rabat in Marocco per una missione di due settimane. Infatti, al Desk Office che lavora in ufficio in Italia alcune volte all’anno spetta lo svolgimento di missioni all’estero per la valutazione dei progetti in corso, oppure che iniziano o volgono al termine, nei paesi di riferimento.
È stata la prima volta per me in Marocco, e durante le molte attività previste dalla missione ho potuto conoscere, anche se solo in parte, un paese nuovo con una cultura davvero unica e ricca. In questo momento i progetti in corso coprono varie regioni del Marocco, e questo ha reso necessario effettuare continui spostamenti nel paese durante la mia permanenza, permettendomi di scoprire luoghi, paesaggi e panorami mozzafiato.
Il progetto “PIAF – Projet Intégré d’Autonomisation des Femmes”, finanziato dall’Unione Europea, è giunto al termine dopo tre anni di svolgimento. Il progetto mirava alla promozione dell'occupazione e delle capacità di autoimprenditorialità delle giovani donne con disabilità e delle loro caregiver. Le partecipanti al progetto sono state oltre duecento, ed in tre anni hanno imparato le tecniche di base per la realizzazione di ricette dolci e salate, delle quali è stato poi prodotto un ricettario. Durante la mia presenza nel paese ho potuto partecipare agli eventi finali del progetto, che comprendevano la presentazione dei risultati e la consegna degli attestati di partecipazione alle giovani donne con disabilità. Come educatore, è sempre bello vedere i risultati che i propri utenti raggiungono, soprattutto se si pensa ai grandi passi che ciascuno ha compiuto dall’inizio, dal primo momento in cui ci si è incontrati. Così gli eventi di chiusura sono stati molti commoventi e ricchi di emozioni, anche per tutti i responsabili e gli attori che hanno seguito le partecipanti per tutta la durata del progetto, tra cui la capo progetto Alessandra e le coordinatrici regionali, consapevoli che il grande traguardo raggiunto non è stato nient’altro che l’inizio di un’avventura più grande, che per molte giovani donne con disabilità potrebbe andare avanti per il resto della vita.
Parlando sempre di inclusione sociale, l’altro grande progetto che ho avuto il piacere di osservare e monitorare è “SCUOLA APERTA: alleanze educative per l’inclusione”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il progetto è giunto a metà del suo corso, e si pone l’obiettivo di realizzare interventi di sostegno all’inclusione scolastica dei bambini e delle bambine con disabilità, appoggiando il loro inserimento nelle scuole, proponendo corsi di formazione agli insegnanti per garantire un’educazione egualitaria e di qualità, rendendo accessibili e inclusive le strutture scolastiche. Il lavoro che viene compiuto con passione dal capo progetto Alfonso è cruciale per ottenere risultati importanti in un progetto di questa portata, specialmente in un paese come il Marocco, che ha visto solo nel 2019 l’implementazione di una legge a tutela degli alunni con disabilità. Insieme a lui, la coordinatrice di area educativa Carlotta ha un ruolo fondamentale per la gestione e la pianificazione di tutta la parte specifica di educazione, formazione ed inclusione. Il progetto ha già raggiunto oltre duecentocinquanta alunni con disabilità, ma grazie al duro lavoro dell’equipe, alla passione e alle molte competenze che vengono messe in campo, si punta a raddoppiare questa cifra nel corso dei mesi restanti.
Durante la mia permanenza in Marocco ho partecipato anche al Festival organizzato dall’Associazione Handifilm, che ha lo scopo di utilizzare la comunicazione cinematografica per promuovere una nuova cultura della disabilità. Il Festival è un vero e proprio concorso cinematografico in cui partecipano sia registi professionisti che giovani, i quali presentano i propri corto-metraggi che abbiano come tema la disabilità. Per promuovere maggiormente la cultura dell’inclusione e dell’accoglienza, Handifilm accompagna diverse scuole superiori marocchine nella realizzazione del loro corto-metraggio, che sarà poi presentato al Festival. È molto il lavoro che viene messo in campo in Marocco per sensibilizzare e informare la popolazione sui temi della disabilità e dell’inclusione, e il Festival di Handifilm è un’idea innovativa e accessibile gratuitamente per chiunque voglia saperne di più su queste tematiche.
Anche se la missione è durata solo due settimane, i molti impegni a cui ho preso parte hanno reso questa esperienza unica e formativa. Ma solamente ora, a distanza di alcuni giorni, sono in grado di rendermi davvero conto di quanto io abbia vissuto, analizzando le note scritte sul mio diario giorno dopo giorno. A rendere questa esperienza così positiva è stata senza ombra di dubbio la presenza di tutti i colleghi, che voglio ringraziare e ricordare ogni giorno per il duro lavoro che svolgono sul campo, in particolare lo staff espatriato, i ragazzi del Servizio Civile Universale e tutto lo staff locale. Per quanto a tratti sia stata stancante, per i molti viaggi e per il molto lavoro svolto anche fino a tarda ora, le esperienze sul campo sono sempre quelle che mi riempiono di più e che mi fanno crescere, permettendomi di vedere con i miei occhi tutto il duro lavoro che dalla teoria di un progetto scritto sulla carta e parcheggiato sulla scrivania, diventa realtà tangibile e osservabile nella sua totale bellezza.
Massimo Emanuele Rubino - Ufficio Progetti