Lo stage degli studenti dell’Université Internationale de Rabat con OVCI Marocco
Sei ragazze e un ragazzo dell’Université Internationale de Rabat (UIR) hanno svolto uno stage di circa due mesi (febbraio-marzo 2025), previsto dal loro percorso di studi, presso l’ufficio di OVCI Marocco - insieme alle due associazioni partner storiche Casa Lahnina e Handifilm - e nelle due scuole con cui l’associazione collabora.
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A conclusione dell’esperienza, gli studenti hanno redatto un dettagliato rapporto finale. Abbiamo chiesto alla loro coordinatrice, Islam Noor, di trasformarlo in un articolo per raccontare quanto vissuto.
Innanzitutto, desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine a OVCI per il tempo trascorso insieme e per l’opportunità che ci è stata data di lavorare con bambini con disabilità. Siamo stati accolti con calore, supportati in ogni momento e messi nelle condizioni di vivere un’esperienza significativa e serena. Il team ci ha guidato con attenzione, spiegandoci tutto ciò che era necessario sapere e condividendo con noi preziose conoscenze.
Abbiamo scelto OVCI perché cercavamo un’associazione capace di offrirci un’esperienza autentica, diversa, arricchente. Una realtà che andasse oltre le solite proposte e ci mettesse realmente alla prova. Una volta trovata, contattarli è stato semplice, e la loro disponibilità ha reso tutto il processo fluido e incoraggiante.
Ammettiamo che, prima di iniziare, temevamo che il lavoro potesse essere monotono o poco stimolante. Ma fin dai primi giorni abbiamo cambiato idea: l’esperienza si è rivelata non solo piacevole, ma anche profondamente toccante. Stare con i bambini è stato coinvolgente, emozionante e, sorprendentemente, anche divertente. Entrare in sintonia con loro è stato naturale, e questo ha reso tutto ancora più speciale.
Quando abbiamo iniziato a cercare un progetto di volontariato, non volevamo solo “fare qualcosa”: cercavamo un’esperienza significativa, che ci permettesse di imparare davvero, di crescere, di confrontarci con la realtà. È stato proprio questo desiderio che ci ha portato a OVCI.
All’inizio non sapevamo esattamente cosa aspettarci, ma eravamo certi di voler lavorare a contatto con le persone, con un impatto concreto, soprattutto nella vita dei bambini con disabilità.
Quello che abbiamo amato di più di questo progetto è stato il legame autentico che si è creato con i bambini. Che fosse durante un gioco, in classe o anche solo cucinando una torta insieme, quei piccoli momenti hanno reso l’esperienza davvero indimenticabile. Un altro aspetto fondamentale è stato l’atteggiamento del team di OVCI: sempre accogliente, attento, pronto a guidarci e a farci sentire parte della squadra.
Naturalmente, non tutto è stato perfetto. Alcune giornate ci sono sembrate troppo brevi, e alcune idee non siamo riusciti a realizzarle per mancanza di tempo o di risorse. Ma anche questo fa parte del processo di crescita: imparare ad accettare i limiti e a farne tesoro.
Questa esperienza ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo. Ci ha mostrato la forza dell’inclusione e ci ha insegnato che anche piccoli gesti – come semplicemente condividere del tempo – possono avere un impatto positivo reale. Ci ha ricordato quanto sia importante l’empatia, in ogni aspetto della nostra vita: nello studio, nel lavoro, nei rapporti quotidiani.
Alla fine, questo stage non è stato solo un compito accademico, ma qualcosa che ci ha aperto gli occhi e ci ha dato una nuova motivazione. Siamo profondamente grati di aver scelto questo percorso.
«Il volontariato è il massimo esercizio di democrazia. Si vota alle elezioni una volta all’anno, ma quando si fa volontariato, si vota ogni giorno per il tipo di comunità in cui si desidera vivere.»