Sono sempre stata affascinata dalla percezione che ognuno di noi ha dello scorrere del tempo. Fin dalle prime settimane qui in Marocco io, Giona e Michele abbiamo più volte parlato di quanto gli avvenimenti ci sembrassero distanti, di quanto tutto quello che avevamo trascorso, sebbene in un lasso di tempo relativamente breve, ci stesse apparendo intenso e lontanissimo.

Con il ritorno a Rabat da Meknès, il rientro di collaboratori e amici dalle ferie e la ripresa delle attività in ufficio, il mese di settembre è cominciato senza quella malinconia che generalmente accompagna la fine dell’estate. 

DAR HASNAIl terremoto dello scorso 8 settembre ha nuovamente rimesso in discussione la nostra cognizione del tempo. Tutto si è improvvisamente fermato, per quelli che sono sembrati attimi interminabili, per poi riprendere a scorrere con una sorprendente velocità.

Il lunedì successivo in ufficio sembrava a tutti inverosimile dedicarsi unicamente alle attività di OVCI, HANDIFILM e CASA LAHNINA mentre l’intera popolazione, unita da un fortissimo senso di solidarietà, tentava letteralmente di rimettere insieme i cocci di un Paese devastato dal dolore e dall’incredulità.

Mi sono detta: non è forse anche questo il senso della nostra presenza in questo splendido Paese? Provare a immergerci nella cultura locale e sentirci parte di questo tutto significa, ora più che mai, partecipare attivamente al suo dolore e provare a lenirlo.

Come dicevo, sono sempre stata affascinata da come ognuno di noi percepisca lo scorrere del tempo. Il sisma ha rimesso in discussione tutto e, improvvisamente, tutto quello che avevo trascorso all’inizio del Servizio Civile mi è sembrato, se possibile, ancora più lontano. OVCI non è un Organismo che si occupa in primo luogo di emergenze, ma ha cercato di contribuire con i mezzi che aveva a disposizione, ispirandosi ai tanti esempi di solidarietà di cui abbiamo sentito parlare, come quello di un signore che ha provato a raggiungere le zone direttamente colpite dal sisma a bordo della sua bicicletta, trasportando mezzo sacco di farina.

Dalla nostra sede OVCI a Rabat è stato possibile supportare l’Associazione Chantiers Jeunesse Maroc – CJM - Sezione di Salé, che ha provveduto alla raccolta di beni donati dalla popolazione della regione di Rabat-Salé-Kenitra e al suo trasporto presso la città di Taliouine, situata a meno di 50 chilometri dall’epicentro del sisma.

HAFSADal 19 al 22 settembre scorso siamo poi partiti alla volta di Biougra, vicino ad Agadir, per incontrare Brahim, il coordinatore del Centre éducatif qualificatif des personnes aux besoins spécifiques de Sidi Bibi. Presso questo centro, infatti, ho accompagnato Alessandra Braghini, Rapresentante Paese e Capo Progetto, impegnata nel monitoraggio del progetto “PIAF - Projet Intégré d’Autonomisation des Femmes” - co-finanziato da UE, finalizzato all’inclusione lavorativa di ragazze con disabilità. Ci hanno poi accompagnati al ristorante “Dar Hasna” dove Hafsa, una delle beneficiarie del progetto, stava svolgendo il suo stage. Anche l’incontro con il direttore del centro OFFPT di Agadir è stato molto gratificante: dopo aver proiettato tre cortometraggi sulla tematica della disabilità selezionati nell’ambito del progetto HANDIFILM abbiamo piacevolmente discusso di eventuali attività da svolgere.

Approfittando del viaggio nella regione di Souss-Massa, abbiamo raggiunto l’ospedale di Taroudant, trasportando beni di prima necessità per i bambini che erano ricoverati lì. L’incontro con il vicedirettore dell’ospedale è stata occasione di immensa gioia per tutti noi (nella sala riunioni la gente attorno a me non faceva che ripetere “al-Ḥamdu lillāh”, "La grazia sia resa a Dio"): il Marocco stava rispondendo alla catastrofe, in questa prima fase, grazie al supporto di tantissimi stava affrontando con risultati eccellenti questo momento di terribile avversità.

Il momento, però, non è ancora volto al termine (d’altronde, anche un momento può durare un’eternità). Sappiamo tutti, qui in Marocco, che la ripresa del Paese potrà essere ostacolata da tante difficoltà e procedere a ritmo lento, ma con il supporto di tutti (popolazione locale, associazioni straniere presenti sul territorio, volontari esteri e così via) si potrebbe provare ad avere risultati sorprendentemente rapidi. Questo, almeno, è l’augurio che proviene dal profondo del mio cuore.

Giulia Romano, Casco Bianco SCU con OVCI in Marocco

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